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mercoledì 31 ottobre 2012

Django Reinhardt


Django Reinhardt

(1910-1953) chitarrista, zingaro rom di etnia sinti.
Dopo un lungo girovagare la sua carovana si fermò alla periferia di Parigi, che Reinhardt ebbe come scenario per quasi tutta la sua carriera.
Iniziò la carriera come banjoista ma a diciotto anni subì un grave incidente: un incendio divampato di notte nella sua roulotte gli causò l'atrofizzazione dell'anulare e del mignolo della mano sinistra.
Questo incidente era destinato a cambiare la sua vita e la storia stessa della chitarra jazz: a causa della menomazione alla mano sinistra, dovette abbandonare il banjo e cominciò a suonare una chitarra che gli era stata regalata, meno pesante e meno ruvida.
Nonostante le dita atrofizzate, o forse proprio grazie a tale limitazione, egli sviluppò una tecnica chitarristica rivoluzionaria e del tutto particolare che ancora oggi lascia di stucco e suscita ammirazione per la perizia virtuosistica, la vitalità e l'originalità espressiva.
In breve tempo era già in attività con diverse orchestre che giravano la Francia.
A metà degli anni 30 Reinhardt e il violinista Stephane Grappelli formarono un quintetto di soli strumenti a corda che divenne presto famoso in tutto il mondo.
I brani incisi insieme a Grappelli fanno parte integrante della storia della muisca.
Subito dopo la Seconda Guerra Mondiale venne invitato negli Stati Uniti da Duke Ellington, che lo presentò come ospite in alcuni concerti, l'ultimo dei quali alla Carnegie Hall di New York.
Con l'avvento del bebop Reinhardt diede ulteriore prova di maturità ed originalità artistica incidendo dei brani memorabili con la chitarra elettrica: la poesia manouche miscelata alle sonorità più moderne fanno di tali assoli una delle pagine più originali del jazz dell'epoca.
Reinhardt rallentò sensibilmente la sua attività durante i suoi ultimi anni, forse anche per le cattive condizioni di salute: la sua decisione di non consultare i medici, per paura delle iniezioni, gli costò la vita.
Tra i suoi brani più celebri: Minor Swing, Tears, Nagasaki, Belleville e soprattutto Nuages
Muore nel 1953 a soli 43 anni per un ictus.

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