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martedì 23 aprile 2013

Le origini del flamenco vengono collegate alla permanenza degli arabi nella penisola iberica e, in particolare, alla loro influenza sulla cultura andalusa. Dal 711 al 1493 i mori rimangono in Spagna, portando con se` preziosi elementi della loro cultura e aprendo le porte a gruppi di zingari provenienti dall’Oriente. Elementi musicali orientali sono riscontrabili, ad esempio, negli abbellimenti dei cantanti flamenco, ma anche negli intervalli delle scale usate dai chitarristi. Un vero e proprio genere muscale con un suo carattere sempre piu` distinto prende forma gradualmente, mettendo assieme i virtuosismi vocali con quelli strumentali su una base ritmica di grande impatto che si sposa alla perfezione con la necessita` del ballo. Gia` nella prima meta` dell’Ottocento, il carattere gitano e altamente emozionale di questa musica viene enfatizzato dalla caratterizzazione dei musicisti come «stregoni» dalla tecnica demoniaca, che si esibiscono essenzialmente nei caffe` sviluppando sempre piu` il carattere scenico e virtuosistico. Verso la fine del secolo grandi virtuosi come Paco de Lucena (Francisco Diaz, 1855 – 1930) e Javier Molina(«El Brujo de la Guitarra», 1868 – 1956), sviluppano la tecnica strumentale introducendo, accanto al tradizionale «rasgueado», l’uso del «picado» in cui le dita della mano destra vengono usate per pizzicare le corde. Molina, in particolare, influenzera` a fondo i padri del flamenco moderno, Ramòn Montonya (1880 – 1949) e Niño Ricardo (1940 – 1972). Concludo questo rapido escursus sul flamenco lasciandovi con l’immenso Lawson Rollins, un artista dalla tecnica impareggiabile.




http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=MQ9PRzIyzFA

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